martedì 21 aprile 2015

120 anni di P.R.I.

Il 21 Aprile 1895, a Milano, veniva redatto l’atto costitutivo del Partito Repubblicano Italiano.
Fu la Consociazione Romagnola che, nell'anno precedente, ebbe l’iniziativa di riunire ed organizzare le varie anime del repubblicanesimo sparse per la penisola. 
Anime che, seppur discordi su alcuni punti programmatici, come il modello economico (associazionista o collettivista) o la composizione della Nazione (federale o unitaria), erano saldissime su quella che avrebbe dovuto essere la forma governativa da perseguire: quella Repubblicana: l’unica in grado di garantire uno sviluppo totale degli individui che, dopo secoli di imposto servaggio, dovevano istruirsi nel loro nuovo status di liberi cittadini.
Oggi, raggiunta la meta della Repubblica, continua imperterrita la nostra battaglia per l’emancipazione graduale e costante delle persone che, benché sotto forme diverse da allora, restano oppresse da troppe ingiustizie.

giovedì 16 aprile 2015

Facciamoci un regalo: TESSERIAMOCI !!!

Fra poco sarà il NOSTRO COMPLEANNO.
Infatti, il PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO venne fondato a Bologna, il 21 Aprile 1895.
Il forlivese GIUSEPPE GAUDENZI ne fu eletto primo Segretario Nazionale.
Siamo l’unico partito italiano a non aver mai cambiato né nome né simbolo (la classica “foglia di edera” mutuata dall'atto costitutivo della Giovine Europa del 1834).
120 anni non sono pochi … e se è vero che “DA VECCHI SI TORNA BAMBINI”, allora vuol dire che abbiamo tanto bisogno del VOSTRO AIUTO, per crescere.
Fateci un regalo; fatelo a Voi stessi; fatelo al nostro Paese: TESSERATEVI !!!


mercoledì 15 aprile 2015

TESSERAMENTO 2015

Carissimi amici,

è in corso il tesseramento 2015.
Unitevi a noi, e costruiamo assieme un'altra Politica, un'alta Politica; perché nessuno resti senza la dignità del lavoro.



martedì 14 aprile 2015

Eletto il Comitato della Segreteria Nazionale del P.R.I.

La Direzione Nazionale, nella riunione dello scorso 11 Aprile, ha eletto il Comitato di Segreteria previsto dall’articolo 30 dello Statuto. 
Sono stati chiamati a farne parte gli amici: Francesco Nucara, Roberta Culiersi, Daniela Memmo, Aldo Pagano, Salvatore Piro, Niccolò Rinaldi, Antonio Suraci, Beniamino Scopelliti, Franco Torchia, Oliviero Widmer Valbonesi.

http://www.partitorepubblicanoitaliano.it/new/13%20Aprile%202015/COMITATO%20DI%20SEGRETERIA.HTM

venerdì 10 aprile 2015

Omaggio a Saffi

Dei tantissimi esponenti del Repubblicanesimo a cui la nostra terra di Romagna diede i natali, AURELIO SAFFI fu senz'altro il più illustre.
Amico fraterno di Giuseppe Mazzini, del cui Pensiero fu degnissimo interprete, e con cui condivise, prima, l'esperienza di Triumviro nella gloriosa Repubblica Romana del 1849, e poi, l'esilio londinese. 
Organizzatore e promotore instancabile dell'associazionismo democratico in ogni sua forma; stimato docente dell'ateneo Bolognese; esponente di spicco della Massoneria; assieme alla Sua amata Giorgina, dedicò gran parte della propria esistenza al miglioramento intellettuale, spirituale e materiale dei poveri, che venivano accolti nella modesta dimora campestre di San Varano, vicino a Forlì, dove serenamente si spense.
Oggi, nel 125° anniversario della morte, i Repubblicani d'Italia gli rendono omaggio.



lunedì 30 marzo 2015

Eletti i vertici nazionali del P.R.I.

Il Consiglio Nazionale del PRI, riunitosi nella giornata di sabato scorso, ha provveduto ad eleggere i vertici nazionali del partito.
Si è accolta la proposta dell'amico Oliviero Widmer Valbonesi, che ha contrapposto l'elezione di un "triumvirato" a quella di un unico Segretario.
In questo modo, è venuta a scemare la nostra intenzione di candidare l'amico Luca Ferrini alla segreteria.
La "triade", proposta da Francesco Nucara, ed approvata dalla maggioranza del Consiglio, è composta da Saverio Collura (coordinatore), Oliviero Widmer Valbonesi e Franco Torchia (vicesegretari), i quali dovrebbero traghettare il partito verso un nuovo Congresso Nazionale, entro un breve lasso di tempo (6 mesi - 1 anno?).
La nuova Segreteria, conseguentemente, ha nominato i membri della Direzione Nazionale, di cui riportiamo l'elenco in calce all'articolo.
Gli organismi suddetti si sono impegnati ad apportare alcune modifiche allo Statuto del partito, riguardanti i principi di rappresentanza da un lato e, dall'altro, necessarie ad ottenere il finanziamento volontario del 2X1000 riservato ai partiti politici.
Inoltre, verranno intraprese quelle azioni utili a promuovere - e realizzare - i propositi della mozione approvata dal 47° Congresso del partito.
I "triumviri", nell'ottica di rendere più efficace il proprio operato, si sono resi disponibili ad allargare il numero dei componenti della Segreteria, invitando alcuni giovani membri della Direzione Nazionale a prendervi parte con proprietà di parere consultivo.


MEMBRI della DIREZIONE NAZIONALE

NUCARA    FRANCESCO
COLLURA    SAVERIO
AMICARELLI    GIANCARLO
ASCARI RACCAGNI    ALESSANDRA
BRUNO    RICCARDO
CALBUCCI    VALENTINO
CALVO    GINO
CILURZO    MARIO
CULIERSI    ROBERTA
DE ANGELIS    FRANCO
DE MODENA    BRUNO
DE RINALDIS SAPONARO    CORRADO
DEL GIUDICE    FRANCO
FERRINI    LUCA
GAMBIOLI    GIUSEPPE
GARAVINI    ROBERTO
GIORDANO    DEMETRIO
GIULIANI    ALESSANDRO
MARRAMI    UMBERTO
MEMMO    DANIELA
NICOLO'    GIUSEPPE
PACOR    SERGIO
PAGANO    ALDO
PAGANO    MAURO
PALMISANO     CARMELO
PEZZULLO    CARMINE
PRISCO    EMILIO
RIGHI    BRUNA
RINALDI    NICCOLO'
RIVIZZIGNO         MARCELLO
SANTINI    LUCA
SCHITINELLI    MARIA CONCETTA
STANCATO    SERGIO
SURACI    ANTONIO
TORCHIA    FRANCO
VALBONESI     WIDMER

giovedì 26 marzo 2015

PROPOSTA di CANDIDATURA alla SEGRETERIA NAZIONALE del P.R.I.

Carissimi amici,

in occasione dell’elezione degli organi direttivi nazionali del nostro Partito, siamo a ribadire la necessità di un sostanziale rinnovamento degli organi stessi, che possa infondere fiducia ed entusiasmo fra i Repubblicani italiani (tutti !), nell'ottica di un tempestivo rilancio del Partito a tutti i livelli.
Per questo, riteniamo opportuno affidare il “timone” a mani esperte (che abbiano fatto gavetta, e prestato onorato servizio, all'interno del Partito Repubblicano Italiano), ma che, nel contempo, siano espressione di una visione attuale ed energica del “fare politica”.
Sulla base dei requisiti suddetti, abbiamo valutato l’idoneità dell’amico Avv. Luca Ferrini che, su nostra esplicita richiesta, ha acconsentito ad una Sua candidatura alla Segreteria Nazionale del Partito.
Di seguito, riportiamo un programma sintetico che l’amico Ferrini ha appositamente redatto a proprio sostegno.
Certi di un Vostro interesse, Vi preghiamo di diffondere la nostra proposta ed, eventualmente, di mostrare la Vostra adesione.

Fraterni saluti,
Valentino Calbucci
Germano Gabanini
Paolo Morelli
Paolo Severi
Riccardo Tessarini
(Consiglieri Nazionali P.R.I.)

PROGRAMMA
1) Apertura di una fase costituente del PRI, per riavvicinare amici e simpatizzanti.
2) Ripresa immediata del dialogo con le altre forze politiche, escludendo le fazioni estremiste di destra e sinistra, e quelle populiste.
3) Riforma dello Statuto del PRI per l'adozione del sistema di democrazia interna: “una tessera un voto”.
4) Riconciliazione con coloro che, a torto o ragione, non hanno partecipato al Congresso, anche mediante inserimento negli organi direttivi.
5) Lavoro indefesso per riportare rappresentanti PRI nelle istituzioni, anche mediante alleanze politiche che non prevedano la presenza del simbolo.
6) Battaglia politica: più Europa; riforma del lavoro e del fisco; diritti civili; laicità dello Stato.
7) Difesa di Israele e politica estera conseguente.
8) Nascita di una Segreteria itinerante che visiti tutto il Paese, e possa avere sedi anche non a Roma.
9) Creazione di un gruppo dirigente giovane e preparato, dove il segretario politico sia solo “primus inter pares”, e dove tutti siano interscambiabili e fungibili.
10) Investimento delle poche risorse del partito, TUTTE, nella comunicazione: nuovi media, tv, social network, stampa locale e nazionale.
Luca Ferrini


lunedì 23 marzo 2015

Quello che ci vuole

Oggi quello che ci vuole per la nostra stanca, martoriata Nazione è un "new deal".
Un nuovo corso, una svolta, proprio come volle il presidente americano Roosevelt all'indomani della Grande Depressione.
Quello che ci vuole in Italia è un inedito, ambizioso piano che getti le basi per la pacifica e prospera convivenza da qui ai prossimi trent'anni. Che impegni (tutte) le parti in un processo di convergenza sociale o, quantomeno, di dialogo costruttivo.
Ci vuole un accordo generale – fondato necessariamente sul compromesso – che da una parte salvaguardi uguaglianza e solidarietà sociale, e che dall'altra implementi meccanismi virtuosi basati su merito e competenza. Ci vuole un grande progetto per l'espansione economica e il progresso morale – sostenibile e innovativo allo stesso tempo – ideato con l'Europa e per l'Europa. Ci vuole quindi una scossa che ci costringa, una volta per tutte, ad uscire da quattro decadi di torpore civile e sette anni di stagnazione economica, durante i quali a guadagnarci sono stati solo le consorterie, gli spregiudicati e le cortigiane.
Ma come si fa a mettere in pratica un new deal? Da dove s’inizia? Chi deve fare il primo passo? Una risposta univoca non c’è. Se ci fosse, non saremmo in democrazia. Ma come Repubblicani possiamo, anzi dobbiamo, oggi come non mai, formulare una proposta concreta e realistica.
Che la questione investa molteplici aspetti è pacifico. C’è una sfera politica e una economica. E c’è anche una questione etico-morale, declinabile sia nel singolo individuo che nella collettività tutta. Ma la prima cosa da fare è decidere di gettare il cuore aldilà dell’ostacolo. E per farlo serve coraggio, un coraggio da leoni. Perché lasciare la strada vecchia e sicura per quella nuova e incerta è assai rischioso.
Poi serve fiducia. Tanta. Sia in se stessi che nelle istituzioni repubblicane. Ma ci vuole un governo forte, un parlamento lungimirante e un presidente saggio, non governi deboli, parlamenti pavidi e presidenti ostaggi. Gli effetti e i risultati della loro azioni (ed omissioni) sono sotto gli occhi di tutti. E il popolo è stufo, anzi nauseato da coloro che interpretano la politica come strategia, come opportunità di guadagno personale o di fazione o, peggio ancora, come occasione per colludere.

Quello che ci vuole è unità d'intenti, responsabilità e speranza, sia da parte del singolo cittadino che del gruppo d'interessi (partito, sindacato, associazione di categoria, ecc). Oggi più che mai! Perché se i partiti godono del minimo storico di fiducia (secondo l'ultimo rapporto ISTAT, solo cinque italiani su cento credono ancora nella loro utilità), allora è venuto meno quel prezioso patto tra governanti e governati – il patto sociale – ossia la spina dorsale di una moderna democrazia rappresentativa.

Cosa rischieremmo senza questo new deal? A seconda dei punti di vista, rischieremmo tutto oppure niente.
Rischieremmo tutto nella misura in cui riterremo che la nostra storia, la nostra Costituzione, i nostri valori, la nostra bellezza e ciò cui teniamo di più di questo straordinario Paese chiamato Italia non sia abbastanza importante da essere conservato, rispettato, coltivato, sviluppato. In una parola, amato. Rischieremmo tutto perché è del futuro nostro e delle persone a noi più care che stiamo parlando, sia in termini materiali (lavoro, benessere), che in termini intellettuali (istruzione), che in termini morali (felicità, senso di sicurezza, fiducia, speranza, educazione). Questo è ciò che ha nell'animo colui che definiamo “cittadino”, che può dire a testa alta: “Credo nel Paese, dunque sono un cittadino”.
Rischieremmo niente, invece, se preferiremo sopravvivere, se tireremo a campare, se non ci cureremo della cosa pubblica perché non c’è un contratto, una legge o un capo a imporcelo, se agiremo da ladri (ma anche da furbi, bugiardi, evasori, omertosi, conniventi, complici…) quando si presenterà l’occasione, se insomma sceglieremo il disimpegno, il tornaconto, l’irresponsabilità, l’illegalità. Questo è ciò che ha nell'animo colui che definiamo “suddito” che, nel migliore dei casi, dice: “Il mio Paese non m’interessa, dunque penso a me stesso”.
L’etica è una cosa seria. La tanto vituperata etica, ritenuta da molti appannaggio esclusivo di intellettuali e filosofi, trova applicazione nella nostra quotidianità nella misura in cui ognuno di noi sceglie di applicarla nelle piccole e grandi questioni. E un new deal – o programma di sviluppo nazionale che dir si voglia – non può prescindere dall'applicazione e dalla diffusione di principi cardine quali l’etica, la responsabilità e il coraggio. Se non riusciremo ad applicare questi principi, oltre che grandi idee, non riusciremo a risalire la china: scivoleremo piano piano sempre più giù, come nelle sabbie mobili, per poi soffocare.

Se ci riteniamo cittadini, prima ancora che Repubblicani, se crediamo che un new deal rappresenti davvero l’inizio del Terzo Risorgimento italiano, se siamo convinti che parole come Repubblica, libertà, associazione, federalismo, cooperazione, laicità, ecc. abbiano ancora valore e significato, e che ne vada del progresso, della libertà e della felicità del Paese, allora non possiamo tergiversare. Non si tratta di adempiere solo a un dovere, ma di essere degni del nome di cittadino.








Riccardo Tessarini
Consigliere Nazionale P.R.I.

Calbucci e Tessarini, della Sezione gambettolese, eletti nel Consiglio Nazionale del P.R.I.






































Dal "Resto del Carlino" - Cesena.

Elenco dei Consiglier Nazionali eletti dal 47° Congresso Nazionale del P.R.I.

1.             Nucara Francesco
2.             Collura Saverio
3.             Algeri Renato
4.             Alicandri Roberto
5.             Amicarelli Giancarlo
6.             Annicchiarico Francesco
7.             Ansoinelli Sessa Arnaldo
8.             Ascari Raccagni Alessandra
9.             Barbiani Stefano
10.         Baronetto Giuseppe
11.         Barraco Walter
12.         Bello Ottavio
13.         Bertelè Luigi
14.         Bertuccio Paolo
15.         Bevilacqua Carmine
16.         Borriello Mario
17.         Brizio Loris
18.         Bruno Riccardo
19.         Calabrese Giuseppe
20.         Calbucci Valentino
21.         Calvo Gino
22.         Camera Guido
23.         Cangemi Francesco
24.         Capotondi Chiara
25.         Capuano Fabio
26.         Carbone Rocco
27.         Carnovale Giovanni
28.         Casciana Rocco
29.         Chermaddi Enrico
30.         Cilurzo Mario
31.         Ciodaro Emira
32.         Colletto Calogero
33.         Culiersi Roberta
34.         De Angelis Franco
35.         De Modena Bruno
36.         De Rinaldis Saponaro Corrado
37.         Del Giudice Franco
38.         Di Casola Domenico
39.         Ercolani Gilberto
40.         Esposito Maurizio
41.         Fazzi Giuliano
42.         Ferrini Luca
43.         Focacci Francesco
44.         Fristacchi Luigi
45.         Gabanini Germano
46.         Galizia Bernardino
47.         Gambioli Giuseppe
48.         Garavini Roberto
49.         Gherardi Anna
50.         Giordano Demetrio
51.         Giuliani Alessandro
52.         Ielacqua Oscar
53.         La Terra Rita
54.         Lauretti Alfredo
55.         Libri Demetrio
56.         Losito Giuseppe
57.         Magnani Igor
58.         Manganiello Mario
59.         Marrami Umberto
60.         Meini Enrico
61.         Memmo Daniela
62.         Miraglia Diego
63.         Morelli Paolo
64.         Moschella Salvatore
65.         Napolitano Riccardo
66.         Nicolò Agostino
67.         Nicolò Giuseppe
68.         Pacor Sergio
69.         Pagano Aldo
70.         Pagano Mauro
71.         Pahor Aldo
72.         Palmisano Carmelo
73.         Pasqualini Carlo
74.         Perrucci Luigi
75.         Pezzullo Carmine
76.         Piro Salvatore
77.         Plaitano Francesco
78.         Praticò Fortunato
79.         Prisco Emilio
80.         Raffa Paolo
81.         Raso Andrea
82.         Righi Bruna
83.         Rinaldi Niccolò
84.         Rivizzigno Marcello
85.         Ruggiero Vincenzo
86.         Sanna Sandro
87.         Santini Luca
88.         Scaramuzzino Roberto
89.         Schitinelli Maria Concetta
90.         Scopelliti Beniamino
91.         Serrelli Gianni
92.         Severi Paolo
93.         Stancato Sergio
94.         Suraci Antonio
95.         Tartaglia Giancarlo
96.         Tessarini Riccardo
97.         Torchia Franco
98.         Tropeano Patrizia
99.         Valbonesi Widmer
100.      Voci Francesco

La mozione approvata dal 47° Congresso Nazionale del Pri

Mozione 1 voti 8054, voti contrari 27
Voti validi 10.071, delegati 156, voti espressi 8081


Il Congresso Nazionale del Partito Repubblicano Italiano, riunito a Roma nei giorni 6,7 e 8 marzo 2015 approva la relazione e la replica del Coordinatore Nazionale Saverio Collura. Il Congresso Nazionale ritiene necessaria un’efficace azione legislativa capace di incidere sulla situazione di acuta crisi che ancora vive l’Italia. In questa prospettiva il PRI conferma il proprio impegno politico al servizio del Paese e della istituzioni repubblicane. I Repubblicani, sui temi della crisi economica, finanziaria ed occupazionale che investe l’Italia, constatano che le soluzioni sino ad ora messe in atto dal Governo non appaiono congruenti con le esigenze e gli obiettivi del Paese, e quindi non sono risolutivi. Conseguentemente il PRI conferma le forti preoccupazioni per la insufficienza dell’attuale politica italiana, che si manifesta attraverso la forte difficoltà messa in atto dagli attuali soggetti politici protagonisti della vita politica nazionale. Il Congresso, pertanto, conferma la necessità di dar vita al progetto della Costituente Repubblicana, Liberal-democratica, quale proposta politica in grado di rappresentare un’alternativa alla crisi della politica italiana, che riassume su di se la responsabilità del non governo di questi ultimi venti anni di vita del Paese. È in questo contesto di estrema difficoltà che deve assumere una rilevanza consistente una ponderata e credibile proposta politica repubblicana, che si possa concretizzare in un'efficace progetto di governo dell'Italia. La proposta repubblicana è indirizzata ai cittadini italiani, ma rappresenta nel contempo l'indicazione della volontà del PRI al dialogo, alla ricerca di convergenze con le forze politiche e con le rappresentanze sociali convinte che mai come in questa difficile fase della vita del paese sia essenziale un confronto serio e serrato, e nel contempo sereno e costruttivo. La sola discriminante passa per la comune analisi della complessa situazione in atto, per la reciproca volontà di costruire soluzioni forti, adeguate ed efficaci sin dal breve periodo, da proiettare poi nella prospettiva strategica dell'Italia. Il Congresso riafferma che il futuro dell'Italia è fortemente ed intimamente connesso a due riferimenti prioritari: l'affermazione della prospettiva politico-federativa dell'unione europea, dovendo però oggi constatare che l'integrazione europea non evidenzia segni di progresso, che la proposta di costituzione comune sembra sconvolta dagli esiti referendari nei singoli stati, che aspetti molto importanti e significativi del trattato di Lisbona risultano del tutto dimenticati, se non addirittura abbandonati; il consolidamento definitivo della moneta unica, come opportunità di crescita economica, come elemento di più accentuata integrazione sociale, e di visione solidale nei rapporti tra gli Stati può essere raggiungibile con l’evoluzione positiva della politica di integrazione generale. Un progetto di governo deve però necessariamente “incorporare” idealità, identità, e progettualità politica, che devono a loro volta riversarsi in un riconoscibile momento operativo ed organizzativo, attraverso il quale sollecitare l'impegno dei cittadini in politica, e per instaurare un nuovo rapporto fiduciario con gli elettori italiani. La volontà e la determinazione di imboccare questa strada originale rispetto al quadro politico italiano, ha prodotto conseguentemente la costruzione di un progetto di governo del Paese che ancora oggi rappresenta la nostra prospettiva strategica. La terapia di risanamento dei conti della finanza pubblica attuata nel biennio 2012-2013 ha prodotto gli effetti possibili, perché ha bloccato la pericolosa deriva degli anni 2010-2011; ma i risultati complessivi non sono ancora tali da ritenere del tutto compiuto il raggiungimento del pareggio strutturale del bilancio pubblico; e tanto meno la stabilizzazione dei parametri economici e finanziari fissati con l'accordo sul fiscal-compact. Manca infatti all'appello la crescita del paese, il cui apporto è essenziale sia nell'ottica della finanza pubblica che in quella del recupero dei livelli occupazionali. La gravità della crisi e l’inefficacia dei provvedimenti oggi all'esame del Parlamento nazionale necessita di un impulso straordinario che imprima una svolta alla situazione dei problemi dell’Italia: serve un intervento forte e straordinario. Un intervento straordinario in grado di produrre l'effetto di imprimere una svolta positiva al sistema produttivo del Nord, e nel contempo di disporre di risorse finanziarie necessarie per impedire il tracollo per eccesso di austerità del sud. Bisogna in sostanza attivare un pacchetto congiunturale di interventi, caratterizzati da una “filosofia” diversa, anche se non contrapposta rispetto alle linee strategiche di medio lungo periodo. Chiediamo che il Governo, avendo utilizzato per la decontribuzione degli oneri previdenziali sulle assunzioni a tempo indeterminato previsto dal Jobs Act i fondi strutturali non spesi dalle regioni del Mezzogiorno, reimpieghi queste somme a favore delle stesse regioni in investimenti strutturali ed infrastrutturali. L'intervento congiunturale che propone il PRI dovrà certamente svolgersi nella cornice strategica, ma potrà comportare transitorie situazioni di non perfetto allineamento con il patto di stabilità del 2015. La durata temporale di questa finestra dovrebbe essere di circa tre anni; l'ordine di grandezza delle risorse finanziarie complessive da mobilitare, in aggiunta a quelle già previste dalla legge di stabilità in corso, dovrebbe attestarsi intorno ai 50 miliardi di euro (oltre tre punti di PIL), da finalizzare alla consistente riduzione del cuneo fiscale, nonché per ridurre il peso delle imposte su pensionati, dipendenti pubblici e lavoratori autonomi (cifra complessiva circa 25 miliardi), ad un piano straordinario di interventi per la tutela del suolo, del patrimonio scolastico, delle risorse idriche e dell'emergenza nel settore dei beni archeologici e culturali (10 miliardi), e ad un piano di accelerazione degli interventi infrastrutturali, con riferimento tanto agli impianti fissi che al settore della ricerca e sviluppo. La copertura finanziaria dovrebbe avvenire attraverso una più accentuata e consistente lotta all'evasione fiscale, per recuperare nel triennio almeno 20 miliardi aggiuntivi. L’altro caposaldo del progetto repubblicano liberal-democratico deve essere la creazione di una moderna articolazione dello stato e delle autonomie per portare a sistema efficiente anche la sua organizzazione e la funzionalità dei servizi. Cinque o sei macroregioni, con funzioni di programmazione, 22 città metropolitane, comuni a 25/30.000 abitanti, abolizione affettiva delle Province uscita da tutte gli enti e dalle public utilità, quasi 9.000, molte prive di dipendenti e solo composte di amministratori vicini ai partiti. La valutazione degli standards qualitativi dei servizi deve essere parametro fondamentale per l’aggiudicazione delle gare. Un’unica stazione appaltante per macroregione, o in alcuni casi per il paese. Occorre ribaltare la concezione del welfare state da Stato assistenziale, caritatevole e corporativo a stato efficiente, che in cambio di tasse moderate restituisce ai cittadini e alle imprese un sistema sociale e dei servizi funzionale ed efficiente. Occorre pensare a forme straordinarie di intervento con fiscalità di vantaggio a favore delle regioni del meridione per evitare un ulteriore depauperamento di questa parte del paese nei confronti delle regioni economicamente più evolute e produttive. Passare dalla politica di concertazione tipica degli stati corporativi, che media interessi particolari per scopi elettorali, a una politica di programmazione dove la politica e chi governa affrontino strutturalmente i bisogni maggiori e gli squilibri in un’ottica di interesse generale; la concertazione avviene sugli obiettivi prioritari della programmazione. In questa ottica ci sembra del tutto priva di efficace consistenza l’azione messa in atto dal governo, e per esso dall'Agenzia delle Entrate in modo specifico, che non riesce a fronte di un’evasione annuale stimata in circa 130 miliardi di euro a mettere in atto comportamenti e strumenti di sicuro contrasto. L’ulteriore quota di finanziamento dovrebbe avvenire attraverso il blocco della spesa corrente ai livelli del 31/12/2013, con l'eliminazione conseguente degli incrementi di spesa corrente già previsti dal DEF 2013. In quest’ottica si rende necessaria l’immediata attivazione di interventi di tagli di spesa ragionati e mirati. La restante parte di risorse finanziarie necessarie dovrebbe incidere sul deficit di bilancio; comportando con ciò effetti negativi, destinati però ad essere riassorbiti per effetto della conseguente crescita del Pil e della base occupazionale. La condizione pregiudiziale che questo percorso possa esplicarsi, passa attraverso l’assunzione di serio e credibile piano delle riforme, che sono la cartina di tornasole di una reale ed incisiva manifestazione di volontà della politica italiana di imboccare finalmente e definitivamente la strada virtuosa del governo del paese. Per questo il Congresso ritiene del tutto inefficaci i provvedimenti che oggi intasano il Parlamento (la legge elettorale, e la riforma del Senato), e che non faranno fare nessun passo avanti alla credibilità riformatrice. Le riforme utili e necessarie sono quelle che vanno ad incidere per correggere i meccanismi inceppati della politica e dal governo dell’Italia. L'impegno che dobbiamo assumere ora è che provvederemo da subito a dare una struttura organica e definita a tutte queste questioni: sarà questo "Il progetto repubblicano delle riforme per l'Italia". L'intervento congiunturale straordinario ed il piano delle riforme rappresentano le due facce della medesima medaglia: l'uscita dalla crisi dell'Italia. È questa oggi la soluzione più avanzata possibile per far riassumere all'Italia la funzione di Paese pilota del progetto Stati Uniti d’Europa.